Berlino, 2012
Scorrente
Installazione site specific
2022
Scorrente è l’acqua, è il fluire del fiume, lo sgorgare di una fontana dopo lungo tempo. Scorrente è lo spostarsi da un luogo ad un altro, avanzando attraverso una guida, un suono, una vibrazione, una sensazione.
Per l’uomo la modalità più naturale di relazionarsi al mondo è quella cooperativa. Operare insieme ad altri e contribuire attivamente al conseguimento di un fine consente di avviare quell’aiuto reciproco che ci rende vivi. In questo modo ciascuno si considera ed è considerato come persona di valore a prescindere dal momento specifico di bisogno in cui viene a trovarsi. Per crescere dunque e proseguire, è importante mettersi insieme agli altri, scegliere una direzione univoca e capire come raggiungerla. Il collettivo artistico Panem et Circenses ha utilizzato proprio il principio della cooperazione per coinvolgere ed unire la comunità con Scorrente, un’installazione site specific nata dalla collaborazione e dal confronto con otto persone con disabilità della Fondazione Durante e Dopo di Noi di Reggio Emilia.
Scorrente è un’opera pubblica che cerca di fluire oltre l’inaccessibile, e per farlo sottolinea la necessità di una collaborazione, sensibilizzando l’altro e stabilendo nuovi codici di inclusività per riunire le persone in un progetto aperto in cui diventa possibile guardare una nuova agibilità. Il progetto prende il via da due elementi di cui tutti siamo dotati ma di cui spesso perdiamo memoria: l’acqua e la vibrazione. L’essere umano, che ha al suo interno un vero e proprio oceano, ha una profonda affinità con l’acqua sin dal principio della vita; gli aspetti vibrazionali, poi, hanno un peso sul nostro essere proprio perché vanno ad agire e a reagire con la nostra acqua. Siamo fatti di essa e le parole che pronunciamo, le nostre emozioni, i suoni che produciamo o ascoltiamo, vi influiscono. Il bosco del Parco delle Fontanelle di Ligonchio diventa per questo uno scenario ideale e iconico: qui c’è la memoria dell’acqua e ancora risuona pura la sua vibrazione. Accedervi però, e goderne, non è per tutti: il bosco, per la sua conformazione e per ostacoli naturali che si frappongano, non permette o rende molto complicato il passaggio a chiunque abbia una difficoltà, temporanea o permanente.

E dunque? Se un luogo è inaccessibile fisicamente sarà l’intenzione ad andare verso e a protendersi caparbia. Se non si può arrivare in un luogo allora si cercherà di accedervi attraverso “altro”. Ciò che serve è un tramite, un oggetto, al quale affidare un proponimento, orientando il pensiero verso il compimento di un’azione, direzionando la volontà verso un determinato fine. Quando si manifesta una volontà, dentro si genera un’intenzione, questa dovrebbe aiutare a decidere ogni singolo passo successivo, allineando gli sforzi in un’unica direzione. La parola in sé indica la risoluzione all’azione, ovvero la volontà di agire per raggiungere un obiettivo. Informando l’oggetto attraverso l’intenzione si può esistere, ovunque, fluire, risuonare e risplendere. Così, otto lucenti campane tubolari a percussione diretta raccolgono l’intenzione, prendono posto, diventando coloro che non possono accedere al bosco. A chi invece si addentra, va il compito di attivarle attraverso un battente, il suono e la vibrazione che ne scaturirà potrà dare voce rendendo la presenza e portandola altrove. Un’altra campana si colloca sopra ad una fontana, testimone muta di uno scorrere di cui rimane memoria ma a cui un futuro consapevole potrebbe ridare voce e valore.
Scorrente diventa così un’installazione utile per riflettere su come l’arte possa fungere da collante sociale e da mezzo per ristabilire il contatto e la cooperazione con le persone, evidenziando le problematiche sul tema dell’accessibilità senza offuscarlo in modo semplicistico. Attraverso l’arte pubblica non si mette solamente a disposizione di tutti un’opera, ma attorno ad essa si unisce l’intera comunità determinando un senso di appartenenza, collaborazione, attenzione e coesione sociale.
Elisabetta Scigliano

L’installazione
La presentazione con i ragazzi della Fondazione
Chi sono i Panem Et Circenses?
Collettivo artistico nato nel 2012 composto da Ludovico Pensato e Alessandra Ivul, entrambi nati nel 1981. Lavora nel campo dell’arte relazionale utilizzando le pratiche di partecipazione in contesti di arte pubblica.
In un primo momento ha utilizzato la cultura del cibo come strumento d’indagine e mezzo d’espressione privilegiato, per poi allargare, negli utlimi sei anni, il focus di ricerca alla relazione simbiotica con l’ecosistema nel quale siamo immersi, lavorando principalmente a un cambiamento di paradigma e di visione collettiva. Sentire, simbiosi, comunità, cura, consapevolezza sono alcune delle parole chiave che possono avvicinare al lavoro del duo.
Il progetto con il quale si stanno identificando è un’azienda agricola nell’Appennino bolognese, l’Agricola Ca’ Inua, dove vivono vicino al bosco e coltivano con rispetto e ascolto della terra, di piante, animali e persone.
www.facebook.com/agricolacainua/
Vai alla home page: Ravin’Art
Realizzato con il contributo di Fondazione Manodori nell’ambito del progetto di rete REinVENTA all’interno dell’azione di Natural Art promossa da Legambiente Ligonchio e Ostello dei Balocchi.
